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REHA: ATTIVISTA IN AFGHANISTAN

Reha, 37 anni sociologa, è stata tra le prime a chiedere aiuto a COSPE, già nel luglio scorso, quando ha capito che il ritiro frettoloso delle truppe Usa e Nato avrebbero portato in breve tempo a un forte peggioramento nella vita degli afghani e delle afghane, soprattutto per chi aveva lavorato con ong straniere e per le attiviste come lei.

Reha, infatti, è stata la lungo focal point nel progetto Ahram (“Afghanistan Human Rights Action and Mobilitation”) che COSPE ha portato avanti nel paese dal 2014 al 2018. Un progetto che aveva l’obiettivo di valorizzare il rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali in Afghanistan, lavorando con tanti difensori e tante difensore dei diritti umani in 34 province del Paese.

Anche durante i 20 anni di presenza Usa e dei suoi alleati, infatti, chi si esponeva per lottare per i diritti non ancora raggiunti, veniva minacciato e perseguitato. Specialmente se donna.

Oggi Reha è in Italia con la sua famiglia (marito, fratello, due figlie e uno in arrivo), dopo un lungo viaggio e dopo aver affrontato i terribili giorni all’aeroporto di Kabul.

“Per poter entrare dentro – racconta- abbiamo dovuto aspettare due notti fuori dall’aeroporto. I talebani non ci davano il permesso di entrare. In tantissimi volevano fuggire. Si vedeva molta disperazione nella faccia delle persone, la paura dei talebani e la tristezza di lasciare il Paese in quella situazione così drammatica. Gli amici italiani sono riusciti ad
aiutarci e a salvarci la vita”.

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